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Io li conosco I domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro

Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore

Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti

Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci

Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani

Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo

Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare

Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno

Adesso però state a casa pensando a domani

E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo...
Postato il 14-Mar-2020 alle 8:58:40 • Rispondi
• Amazzoni e valchirie contro il cancro... (da: Tua FeRNy)

Soffri a modo tuo.
Il tuo modo di soffrire è unico, modellato dalle tue particolari relazioni, dalle specifiche circostanze, dal tuo caratteristico temperamento.
Nessuno può dirti come o per quanto tempo devi provare il dolore.
Ogni sofferenza va ascoltata, attraversata, rispettata, meditata, accolta, metabolizzata e superata rispettando profondamente se stessi.

(Isabella Grumo)
Postato il 14-Mar-2020 alle 8:53:39 • Rispondi
• Un abbraccio ... (da: Tua FeRNy)

Dentro ad un abbraccio vero puoi fare di tutto.
Sorridere e piangere.
Rinascere e morire.
Oppure fermarti a tremarci dentro.
Come fosse l’ultimo.

Dentro l'abbraccio
ti senti pronto a rimetterti
in cammino.


Postato il 11-Mar-2020 alle 7:09:41 • Rispondi
• Covid 19... (da: Tua FeRNy)

“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
Anche se non ne abbiamo colpa,se siamo bianchi,occidentali e viaggiamo in business class.
In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
Fermi a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?
In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.
Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

(Cit. F. MORELLI)
Postato il 10-Mar-2020 alle 5:18:46 • Rispondi
• Agostino Degas... (da: Tua FeRNy)

Nulla avviene per caso, nella vita.
E’ così anche per le persone che incontriamo.
Ciascuna ha un compito.
Alcune ci saranno di sollievo,
altre ci feriranno, altre ci ameranno,
altre ancora saranno nostre amiche per sempre.
Qualcuna ci sfiorerà appena,
resterà l’emozione di un attimo.
Ma tutte, proprio tutte,
lasceranno un segno dentro di noi.
Resteranno per sempre nella nostra memoria,
nella nostra anima.
Perché fanno parte di noi.
Ed è grazie a queste persone
che siamo cambiati, che siamo migliorati.
Che siamo la persona che siamo diventati
e che oggi amiamo essere...

(Agostino Degas)
Postato il 23-Feb-2020 alle 15:51:57 • Rispondi
• Infermiere per passione... (da: Tua FeRNy)

I suoi occhi che ti guardano, un leggero sorriso e un saluto con la mano mentre tu vai a cercare un parcheggio e lui si avvia al suo Day Hospital. Lo vedi allontanarsi e la saliva ti scende pesante in gola. Incomincia così una lunga giornata fatta di speranza. La speranza che i valori siano sempre stabili, come l’eco, come la sua crescita. Sei in compagnia di altri genitori, lì con i loro bambini, più grandicelli o più piccoli del tuo. Unico denominatore comune, la stessa speranza. Quei piccoli li vedi giocare, prima da soli, ma poi piano piano fraternizzano. Si parlano, giocano insieme. Ti sposti per raggiungere altri reparti e vedi altri bambini. Alcuni portano i segni evidenti della loro malattia, altri della loro cura. Li osservi e li vedi sempre sorridere, nonostante tutto. E allora ti chiedi tanti perchè e capisci che forse dovremmo un pò imparare da loro.
Oggi è andata bene. Andiamo avanti per altri 6 mesi. Ringrazi i medici e soprattutto le "tate", bravissime infermiere che hanno accolto te e il tuo bambino ancora una volta amorevolmente. E mentre lasci l'ospedale, e studi come poter adesso giustamente svagare il tuo ometto, pensi anche come vorresti portare il quel luogo tante persone, perchè possano rendersi conto, e magari imparare.

Parole di una Mamma, dal web
Postato il 23-Feb-2020 alle 15:37:56 • Rispondi