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"Sei morta un sabato mattina. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l'ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola. Gli preparo colazione, pranzo e cena, ogni giorno. Sto molto attento: lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno. Gli insegno a giocare a ping-pong. Okay, ora... Forrest, tocca a te. È molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera leggiamo un libro. Com'è intelligente, Jenny! Saresti fiera di lui. Io lo sono. Sai, ti... ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla. Non devo farlo, perciò la... la lascio qui per te. Jenny... Non lo so se mamma aveva ragione, o se... se ce l'ha il Tenente Dan... non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io... io credo... Può darsi le due cose. Forse le due cose càpitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano."

- Forrest Gump –


Postato il 16-Jul-2023 alle 10:38:50 • Rispondi
• Auguri Franci... (da: Tua FeRNy)


Caro Francesco,

nel giorno dei tuoi 36 anni voglio affidare al mare alcune semplici parole che tu possa vedere dal cielo in cui ora abiti.
Sono sicuro che in queste belle serate d’estate, quasi ogni giorno torni a volare su quest’acqua, su questo Stretto su cui hai vissuto, giocato, amato, urlato la tua insostenibile voglia di vivere.
No, Francesco, non è finita. La vita è solo cominciata, cominciata solo adesso, perché questa che noi viviamo è troppo fragile, troppo povera in confronto a quello che sarà, a quello che ora sei.
E’ strano. Non ti ho conosciuto, non sei stato parte di quella variopinta nuvola dei miei 180 alunni. Eppure, è come se tu fossi l’unico vero alunno, forse perché puoi essermi maestro, e lo sei stato. L’alunno con cui avrei voluto dialogare, come faccio adesso, delle cose più importanti: della vita, della morte, del dolore e dell’amore, di tutto ciò che fa parte di questo strano mare che è la realtà che ci circonda, che ci distrae, a volte, quando ne percepiamo solo gli aspetti più superficiali.
Tu, che nel tuo viaggio sei andato oltre il mare ed il cielo; tu, che hai incontrato quel sole che hai invocato; tu, che hai sofferto le pene più grandi del tuo piccolo corpo; tu, Francesco, aiutaci non tanto a capire, quanto ad accogliere il mistero che ci sovrasta.
Con fiducia, non con disperazione; con speranza, senza rancore. Vieni tra noi come un angelo, quando si fa sera: portaci le carezze degli angeli e, nel tuo sguardo e nel tuo sorriso luminoso, un raggio del volto di Dio che ci sorride.
Vieni dalla tua mamma e donale la forza di attendere, con la lampada accesa, il giorno del vostro nuovo incontro, il giorno in cui vi abbraccerete, come si abbraccia qualcuno partito per un viaggio. Sarà più di un ritorno; sarà incontrarti iniziando un nuovo viaggio. Sarà una vita fatta di cose nuove che per ora non riusciamo nemmeno ad immaginare. Forse un riflesso di tutto questo ce lo dà il mare. Il mare, ora calmo ora rabbioso, ma che in certi istanti diventa come uno specchio.
A lui, al mare, affido queste righe, ricordo e memoria viva di Francesco La Fauci, ragazzo che oggi avrebbe fatto trentasei anni, e che li ha compiuti in cielo.
Gli angeli hanno fatto a gara per spegnere le candeline con lui, con un colpo d’ala. Come per un colpo d’ala lui se n’è andato via, ma ci ha lasciato delle orme da seguire.
Le candeline, in cielo, non si spengono, le luci della festa restano accese, il vestito festivo non si toglie più. Lui brilla lassù, come una stella: guardatelo, mamma e papà di Francesco, guardate il vostro figlio lassù… splende di luce accecante…

Gabriele BLUNDO CANTO



(Il 15.07.2005, Francesco avrebbe compiuto 18 anni.
Per la sua festa è stato organizzato un falò sulla spiaggia e tanti messaggi chiusi dentro una bottiglia sono stati buttati nelle acque d’Italia.
Una bottiglia è stata ritrovata nella riserva naturale Isola Bella di Taormina da Silvia Torrisi che gentilmente me l’ha spedita.)

Postato il 15-Jul-2023 alle 22:30:20 • Rispondi

RE: Auguri Franci... (da: Rocco)
Auguri Cugino ;-)
Risposta del 27-Jul-2023 alle 9:25:31 • Rispondi
• Auguriiiiiiiiiiiiiii (da: Rita)
Buon compleanno Francesco, infini
ti baci
Postato il 15-Jul-2023 alle 4:55:39 • Rispondi

RE: Auguriiiiiiiiiiiiiii (da: Tua FeRNy)

Grazie Ritina bella...
Risposta del 15-Jul-2023 alle 22:25:21 • Rispondi
• Solidarietà... (da: Tua FeRNy)

Quello che è successo a Mara Venier, ma soprattutto a sua figlia Elisabetta Ferracini, è vergognoso: le due donne sono andate al concerto di Ultimo e hanno pubblicato un selfie; immediatamente, sono state sommerse di critiche e insulti, tant’è che la conduttrice di Domenica In è stata costretta a cancellare alcuni commenti e a bloccare degli utenti.

Il motivo di tali insulti? Semplice: dal momento in cui Ferracini, di recente, ha perso il suo compagno, morto poche settimane fa, non avrebbe dovuto prendere parte al concerto né farsi una foto con la madre, perché, secondo molti, non è così che si rispetta il lutto.

Ma a noi sorge spontanea una domanda: chi è che decide come e quanto una donna vedova debba soffrire? Chi è che stabilisce cosa possa fare o non fare una donna che ha perso il proprio compagno? Chi è che decide cosa sia giusto o sbagliato? Com’è possibile che la gente si senta in diritto di dire la propria pure di fronte a una situazione tanto delicata e dolorosa?

Il dolore è un sentimento intimo, profondo e ognuno ha il sacrosanto diritto di viverlo come vuole, come può, come riesce: nessuno dovrebbe mai permettersi di criticare chi soffre per il modo in cui soffre.

Mara Venier, dopo gli insulti ricevuti, ha pubblicato un post e ha scritto quanto segue: «È stato un concerto meraviglioso pieno di emozioni e per due ore mia figlia ha sorriso, è questa è la cosa più importante. E adesso scrivete, criticate, giudicate non mi frega niente».

La nostra solidarietà a elisabettaferracini

Postato il 12-Jul-2023 alle 19:29:05 • Rispondi
• ... (da: Tua FeRNy)

Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vortici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.

E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo sparire per sempre.

Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.

Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
ed entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano,
ma di diventare oceano.

Khalil Gibran
Postato il 12-Jul-2023 alle 16:03:20 • Rispondi
• *** (da: Semplicemente... )

Ho chiesto al tempo
di restituirmi dei momenti.
Mi ha detto che non può.
E di frugare tra i ricordi,
tra le pagine della memoria
e i battiti del cuore
dove tutto quello che è,
resta indelebile.
Ho detto al tempo
che ho parole da cancellare,
dolori da strappare
attimi da rivivere
abbracci dimenticati,
un bacio da dare.
Il tempo mi ha risposto
che nel tempo
tutto può ancora accadere.
E con il presente,
il passato lo si riscrive.
A volte più bello, a volte più brutto,
ma nulla è rimpianto finché un solo
granello di tempo,
ci darà un'altra occasione
per raccontare, per rivivere.
Per sperare.

Silvana Stremiz
Postato il 25-Jun-2023 alle 10:02:41 • Rispondi